Per
anni la polvere di corallo è stata usata come ingrediente
cosmetico esclusivo e di lusso. È poi caduta in disuso per la sua
origine animale e per i problemi di impatto ambientale. La raccolta
del corallo infatti mette in serio pericolo l’intero ecosistema
della barriera corallina.
Tuttavia in paesi come il Giappone
esistono miniere di corallo fossile, derivante da barriere di corallo
ormai senza vita e risalenti a milioni di anni. Nella Repubblica
Domenicana ne sono stati riscontrati altri giacimenti della
specie Scleractinian,
risalente all’era mesozoica, periodo Triassico.
La sua
estrazione e il suo utilizzo non interferiscono quindi con
l’ecosistema ambientale ma offrono una nuova interessante fonte di
principi attivi minerali, sia per un utilizzo cosmetico che
nutrizionale.
La composizione del corallo fossile evidenzia
infatti una notevole presenza di calcio (oltre il 40%); sono inoltre
presenti numerosi oligoelementi (74 minerali in tracce). Tra i più
abbondanti si possono citare, oltre al calcio: magnesio, fosforo,
potassio, sodio, zolfo, silicio. Molto interessante è l’assenza di
metalli pesanti.
I potenziali utilizzi cosmetici sono di tipo
fisico e legati alla natura della polvere quali filler o scrub,
esfoliante alternativo alle microsfere di politene. Oppure come
polvere in grado di assorbire l’eccesso di sebo in cuti grasse,
come agente schiarente e sostanza funzionale per apportare alla cute
tracce di minerali per favorire l’omeostasi cutanea.